CAMERA rende omaggio al grande maestro Man Ray con una mostra che racchiude oltre duecento fotografie, realizzate a partire dagli anni Venti fino alla morte, avvenuta nel 1976, tutte dedicate a un preciso soggetto, la figura femminile, fonte di ispirazione primaria dell’intera sua poetica, proprio nella declinazione fotografica. In mostra alcune delle immagini che hanno fatto la storia della fotografia del XX secolo e che sono entrate nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di Man Ray di reinventare non solo il linguaggio fotografico, ma anche la rappresentazione del corpo e del volto, i generi stessi del nudo e del ritratto.
Attraverso i suoi rayographs, le solarizzazioni, le doppie esposizioni, il corpo femminile è sottoposto a una continua metamorfosi di forme e significati, divenendo di volta in volta forma astratta, oggetto di seduzione, memoria classica, ritratto realista, in una straordinaria giocosa e raffinatissima riflessione sul tempo e sui modi della rappresentazione, fotografica e non solo.
Assistenti, muse ispiratrici, complici in diversi passi di questa avventura di vita e intellettuale sono state figure come quelle di Lee Miller, Berenice Abbott, Meret Oppenheim e Dora Maar con la costante, ineludibile presenza di Juliet, la compagna di una vita a cui è dedicato lo strepitoso portfolio The Fifty Faces of Juliet dove si assiste alla sua straordinaria trasformazione in tante figure diverse, in un gioco di affetti e seduzioni, citazioni e provocazioni. Ma queste donne sono state, a loro volta, grandi artiste, e la mostra si concentrerà anche su questo aspetto, presentando un corpus di opere, riferite in particolare agli anni Trenta e Quaranta, quelli della loro più diretta frequentazione con Man Ray e con l’ambiente dell’avanguardia dada e surrealista parigina.
Una mostra unica, dunque, sia per la qualità delle fotografie esposte, sia per il taglio innovativo nell’accostamento insieme biografico e artistico dei protagonisti di queste vicende. Un grande repertorio di immagini a disposizione del pubblico reso possibile grazie alla collaborazione con numerose istituzioni e gallerie nazionali e internazionali dallo CSAC di Parma all’ASAC di Venezia, dal Lee Miller Archive del Sussex al Mast di Bologna alla Fondazione Marconi di Milano. Realtà che hanno contribuito, tanto con i prestiti quanto con le proprie competenze scientifiche, a rendere il più esaustiva possibile tale ricognizione su uno dei periodi più innovativi del Novecento, con autentici capolavori dell’arte fotografica come i portfoli “Electricitè” (1931) e il rarissimo “Les mannequins. Résurrection des mannequins” (1938), testimonianza unica di uno degli eventi cruciali della storia del surrealismo e delle pratiche espositive del XX secolo, l’Exposition Internationale du Surréalisme di Parigi del 1938.
Curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, la mostra sarà accompagnata da un catalogo contenente la riproduzione delle opere esposte, i saggi dei curatori e di altri studiosi, nonché essenziali note bio-bibliografiche.
info: http://camera.to/mostre/wo-man-ray-le-seduzioni-della-fotografia/